YUKI NO HANA
(Snow Flower)
Caro Joe,
se ti sto scrivendo questa lettera, è perché non riesco a trovare le parole giuste per parlarti degli ultimi giorni …
Mentre ti sto scrivendo, sono seduta qui in camera mia. Fuori dalla finestra, il mare è mosso e il cielo è grigio … Un tempo così, mi mette sempre agitazione. Non so perché, ma mi fa venire in mente i momenti prima di partire per una missione … La stessa tensione, che si taglia con un coltello. La stessa aria carica di nervosismo ed energia. Mentre ti sto scrivendo , sei disteso nel tuo letto … Il dottore dice che avrai bisogno ancora di qualche giorno di convalescenza. La ferita è stata profonda e anche se sei il più forte tra noi, hai risentito molto del colpo …
Ormai conosco il tuo modo di reagire: so che per te è un capitolo chiuso. Ma per me non lo è … Ogni volta che guardo le mie mani rivivo la scena … Rivedo il tuo volto e i tuoi occhi che mi guardano prima che ti sparassi … Ho fatto la cosa peggiore che potessi fare … a te, che non avrei mai voluto ferire in alcun modo e che ho sempre cercato di proteggere. Non so perché il destino ha voluto questo … se, ho fatto qualcosa di sbagliato per meritarmi tanto dolore … non lo so davvero …
Se ripenso poi, ai giorni immediatamente precedenti all’incidente aereo … mi sembra tutto così inverosimile … Come è possibile passare da un sogno ad un incubo nel giro di pochi istanti? … Perché la vita deve essere così dura con noi?
Pochi giorni prima, eravamo arrivati in Norvegia: eravamo scesi dall’aereo sorridendo e felici di essere giunti a destinazione! “Finalmente liberi!” E’ stata la prima cosa che ho pensato scendendo dall’aereo! Ma, a te dissi che faceva veramente tanto freddo lì!
Non vedevo l’ora di arrivare in albergo! Il viaggio mi aveva distrutto: non ero riuscita a chiudere occhio durante la traversata . Avevo bisogno di stendermi un attimo sul letto e rilassarmi. Tu, invece, ti eri addormentato come un bimbo sereno! Mentre dormivi, ti guardai :avevi un’espressione così rilassata! Sarei stata tanto curiosa di sapere cosa stavi sognando! Forse sognavi di guidare qualche bella auto sportiva: tipo la Bugatti Veyron che mi avevi fatto vedere qualche giorno prima, mentre stavamo cercando l’albergo! Oppure … oppure cosa avresti potuto sognare per avere quell’espressione? … non so cosa o chi fosse … ma ne ero gelosa, perché era nei tuoi pensieri. Mi sono chiesta tante volte, se mai ti fossi fermato a pensare a me … anche solo per un attimo … non lo nascondo, ma avrei voluto essere sempre nei tuoi pensieri.
Arrivati in albergo, il mio cuore batteva così forte che avevo paura che potessi sentirlo … La mia gioia era infinita: eravamo solo io e te … il mondo in una stanza … L’albergo era meraviglioso: sembrava il castello delle favole! Era circondato da un alone di pura magia! Le nostre camere avevano una vista incantevole: si poteva vedere tutta la vallata innevata! Che meraviglia! Se ci penso, ho ancora i brividi! Dopo aver visto tanta morte e crudeltà di fronte agli occhi, vedere un tale spettacolo della natura ti riempiva il cuore di pace!… Non mi era mai capitato in passato, ma ho chiuso gli occhi e mi sono fermata a respirare a pieni polmoni quell’aria, così pulita e limpida! Volevo cercare di imprimere dentro di me ogni cosa che mi potesse ricordare quel viaggio .
Ricordo bene, la prima sera che abbiamo trascorso insieme: era la sera della cerimonia dell’apertura dei giochi olimpici. E’ un’emozione molto forte vedere la staffetta dei tedofori che raggiungono il braciere olimpico e accendono la fiamma olimpica. E ancora l’ingresso della bandiera olimpica, la tradizionale formula di rito sull’apertura dei giochi e il giuramento olimpico! Vedere tutto ciò dal vivo mi fece tremare le gambe, tanto che mi dovetti appoggiare a te per non cadere. Mi guardasti sorridendo ed io arrossii , persa nel tuo dolce sorriso. Lo stesso sorriso che mi rivolgesti quella sera, quando rientrammo dalla missione a Parigi: un sorriso che mi riempiva il cuore e che riusciva a spazzare via la mia tristezza.
Mentre rientravamo in albergo, alla fine della cerimonia, mi chiedesti di fermarci a bere qualcosa di caldo lungo la via. Il locale dove ci fermammo era veramente delizioso! Aveva qualcosa di familiare e rustico, ma molto accogliente! Te prendesti un vin brulè ed io una cioccolata calda al peperoncino! Mi prendesti in giro per la mia scelta, dicendomi che la cioccolata andava bevuta dolce e non piccante ! Ti feci la linguaccia per dispetto, senza pensare che l’ultima volta che avevo fatto la linguaccia a qualcuno, era stato a mio fratello parecchi anni prima . Non so perché mi presi quella confidenza con te, ma fu così spontanea che non potei controllarmi. Te mi guardasti e ridesti, dicendomi che non immaginavi che potessi avere dei gusti così particolari e piccanti! Ci fermammo a bere le nostre bevande, a sedere su una piccola panca di legno, davanti al caminetto del locale . La panca era molto piccola e per starci in due dovevamo stare veramente attaccati. Eravamo così tanto vicini, che potevo percepire i battiti del tuo cuore … il tuo profumo … il tuo respiro … e pensai a quanto tutto ciò fosse così intimo.
Dalla finestra si poteva vedere la luna. Era luna piena e la luce che emanava era meravigliosa! In quel istante capii il motivo per cui per secoli poeti, pittori, scrittori, innamorati ed amanti si rivolgessero a lei e la interpellassero, chiedendole consiglio! Sembrava di poterla toccare, sembrava che ti guardasse e che ti potesse parlare … Mentre sorseggiavo la mia cioccolata, immaginai un breve dialogo tra me e la luna :”Luna, chiara e sincera … Ascoltami, ti prego, consiglia questo mio cuore così confuso e inquieto. Aiutalo, a capire il tormentato animo di chi ama …” Aspettai qualche istante … Ma la luna non mi rispose. Chissà perché mi illusi, per un momento, che potesse darmi quelle risposte che cercavo … Ritornai con i piedi per terra e pensai che negli ultimi periodi la mia testa facesse troppi voli di fantasia. Finimmo di bere e ce ne ritornammo all’albergo in silenzio, ognuno assorto nei propri pensieri.
Neanche la prima notte, del nostro arrivo, riuscì a dormire. Sembrava che il sonno mi avesse abbandonata del tutto. Non so perché, ma mi pervase una strana sensazione … felicità mista a confusione, la quale riuscì a togliermi il sonno. Mi rigirai nel letto più e più volte, senza darmi pace. E non capivo perché. Avevo come la sensazione che stesse per succederci qualcosa , ma non avevo idea di cosa potesse essere.
La mattina successiva, mentre mi preparavo per scendere a colazione, mi persi nuovamente nei miei pensieri, altri tipi di pensieri … “I want to become shampoo, flowing down your hair, I want to cover you with my thick scent, If you used to like other scents, erase them now, I’ll make you drunk with all the scents in the world that don’t exist” 1… ma tentai di tornare in me e di allontanare quelle idee stupide, che mi erano prese la sera prima, mentre respiravo il suo profumo. Non si addicevano a me e soprattutto alla mia situazione.
Durante colazione non dicesti una parola, ma avevi un espressione serena e dolce . Ero felice che riuscissi per una volta a trovare un po’ di tranquillità . Ero solita vederti teso e preoccupato, quindi era insolito per me vederti in questo modo!
Passammo l’intera giornata a vedere i giochi, a commentare le esibizioni degli atleti e a parlare dell’organizzazione della manifestazione. A fine giornata ero veramente stanca: cominciai a risentire delle due notti senza sonno. Mentre rientravamo in albergo mi chiedesti se fosse tutto ok, mi vedevi un po’ giù probabilmente. Ti risposi sorridendo, che era solo il cambiamento di fuso orario che mi dava fastidio e di non preoccuparti! Passammo una sera molto tranquilla, a cena continuavi ad osservarmi, forse preoccupato per il mio stato. Dopo aver mangiato decidemmo di andare nella sala grande dell’albergo a parlare un po’ . Di cosa? … se me lo chiedessi ora, non ti saprei rispondere: mi persi completamente nella tua voce … sembrava quasi mi accarezzasse mentre mi parlavi. Era come un drappo di seta che mi sfiorava delicatamente e spegneva lentamente i miei sensi. Senza accorgermene mi addormentai sulla tua spalla … e ti addormentasti anche tu … L’ultima cosa che ricordo, prima di addormentarmi, era che fuori aveva iniziato a nevicare candidamente e che le tue braccia mi avevano circondato in un dolce e caldo abbraccio. La mattina, quando ci svegliammo, eravamo ancora sul divano davanti al caminetto. Mi ricordo che scoppiamo a ridere, sotto gli occhi degli altri ospiti dell’albergo, che ci guardarono divertiti!
I giorni passarono tranquilli e velocemente, tra sorrisi e conversazioni. Mi parlasti del tuo passato da pilota e scoprii molte cose che non sapevo. Mi parlasti dei tuoi due eterni rivali: Jet e Migthy. Ti soffermasti a parlarmi soprattutto di quest’ultimo, dicendomi che pilota eccezionale fosse. La sua esperienza lo rendeva spesso imbattibile. Vi alternavate il primo e il secondo posto: dandovi battaglia sulla pista, sul filo dei millesimi di secondo. Me lo definisti come uno dei più grandi piloti che tu avessi mai visto correre. Mi colpii molto il modo in cui me ne parlasti: da ogni tua parola si poteva percepire la tua stima nei suoi confronti, sia come pilota che come uomo. Mi raccontasti poi, che uno dei tuoi sogni più grandi, fosse quello di correre in Ferrari. La rossa è il sogno di quasi tutti i piloti: indossare il rosso Ferrari è un po’ come far parte della storia delle corse! Ma come in tutte le cose, c’erano i suoi pro e i suoi contro … L’invidia, la cattiveria, la falsità: purtroppo anche queste facevano parte di quel mondo d’orato. E spesso erano motivo di tensioni, discussioni e problemi anche all’interno del team. Ti chiesi di provarmi a spiegare cosa provassi ad essere un corridore. Ti fermasti un attimo a pensare e poi, mi dicesti che sono entusiasmanti accelerazione, frenata e tenuta di strada su una formula uno. Che ti piaceva metterti in gioco, ogni volta ad ogni giro di pista. Il sottile filo che ti separava dal rischio, ti faceva scorrere l’adrenalina in tutto il corpo. Mentre ti ascoltavo, pensai che mi sarebbe piaciuto molto vederti correre ed essere una tua semplice fan. Era bello sentirti aprire il cassetto dei ricordi e condividerli con me. Come, era bello, passare tutto il giorno insieme a te a scambiarci idee e opinioni. E poi, era buffo, quando iniziavamo a parlare di una cosa e poi cambiavamo del tutto argomento! Ti ho visto ridere di cuore e rilassarti … ti ho visto essere finalmente sereno! Non avrei creduto che quella vacanza potesse avere quell’effetto su di te, ma forse neanche te, te ne accorgevi.
Uno degli ultimi giorni, mi è rimasto particolarmente impresso: fu il giorno dell’esibizione di pattinaggio su ghiaccio. Che meraviglia vedere danzare su ghiaccio gli atleti ! Che magia starli a guardare! Ero così affascinata che non parlai per tutto il tempo: sembravo una bimba che guardava con stupore uno spettacolo di magia. O almeno io mi sentivo così! Quando mi ripresi e mi accorsi della mia totale assenza, mi girai verso di te per scusarmi. Ma tu mi stavi guardando sorridendo e dolcemente mi dicesti che era ora di andare ... Non ti dissi nulla e ti feci cenno di sì con la testa.
Quella sera, mentre mi preparavo per la cena, mi trattenni più del solito a guardarmi allo specchio: mi vedevo diversa … Per la prima volta, dopo tanto tempo, guardandomi, riuscivo a vedere la donna che ero diventata. Ripensai velocemente a quando ero ragazzina e guardavo le ragazze più grandi: un giorno avrei voluto avere anche io un corpo armonioso e femminile come il loro … Quando mi trasformarono in un cyborg, pensai che tutto quello sarebbe rimasto solo un sogno. Che il mio corpo sarebbe rimasto quello di una ragazzina, invece … si è trasformato ed è diventato quello di una donna. Probabilmente, è stato possibile per il fatto che non sono completamente un cyborg … o forse stavo solo vedendo quello che volevo vedere. Finii di vestirmi e mi guardai un’ultima volta allo specchio. Mi tornò in mente la protagonista di “Windstruck”2 che si guardava allo specchio e puntando il dito verso il suo riflesso si diceva che era carina! Non so perché, ma feci come lei!
Scesi in sala per la cena. Tu eri già lì ad aspettarmi al bar. Ti corsi leggermente incontro, sorridendoti e scusandomi per il ritardo . Per un attimo mi sentii come … se fossi la tua ragazza. Forse per la situazione: io e te, lì da soli, lontani migliaia di km dalla nostra solita vita. Te che mi aspettavi con aria spensierata al bar ed io che quella sera mi ero vestita in modo speciale per te, anche se te non lo sapevi! Era l’unico vestito elegante che mi fossi portata, pensavo che probabilmente non me lo sarei mai neanche messa, e invece … quella sera … decisi di indossarlo: un corpetto aderente ricamato finemente con la gonna a palloncino a tinta unita, di un bel colore rosa antico. Decisi poi, di completare la mia pazzia, indossando un paio di decolté beige a tacco alto e una collana di perle. Niente di strano o diverso da quello che sono io … rimanere fedele a me stessa, è la cosa più importante, affinché tu mi possa apprezzare per quella che sono …
Ti presi sotto braccio e guardandoti negli occhi ti dissi di andare a cena, perché avevo moltissima fame quella sera! Mi guardasti abbozzando una risatina!E poi ti soffermasti, per un attimo, a guardarmi, trasformando la risatina di prima in un sorriso. Il barista ci salutò, e mentre andavamo via lo vidi che ti guardò con aria complice, sorridendoti in maniera quasi maliziosa e augurando prima a te e poi a me una buona serata … Mi sono immaginata tutto? Forse un giorno me lo dirai …
Credo che mi prendesti per matta quella sera: passai l’intera serata a guardarti, sorridendoti dolcemente! La musica ci faceva da sottofondo ed io pensai che non mi sarei mai stancata di guardarti … Ero fortunata ad essere lì, con te!
Improvvisamente, mi tornò in mente una persona del tuo passato: Mayumi. Folle, vero? … Mi era capitato, in passato, di pensare a voi due ed ero stata sempre convinta, che al tempo che stavate assieme, lei non avesse occhi che per te. Pensai poi, a quanto potesse essere stato assurdo quello che vi era successo. A causa del destino, vi eravate separati , senza una vera ragione. Ho ripensato a quanto fosse stato grande il suo dolore per averti perso … Non ho più potuto scordare quegli occhi che ti guardavano con un’infinita tristezza al porto, quella sera lontana, di qualche anno fa. Mentre vi guardavo da lontano, con gli altri, pensai che la sua tristezza fosse infinita … forse più della tua , che ti girasti e te ne andasti via senza dirle nulla. La tua era una scelta imposta dalla situazione, ma presa da te. La sua, fu solo conseguenza della tua a quel punto. Quando non sei te a decidere, ma sono gli altri che lo fanno per te, fa sempre molto male. Ti fa sentire impotente di fronte alla tua stessa vita.
Non so perché mi passarono quei pensieri tristi per la testa e proprio in quel momento … Non ne avevo idea, ma pensai anche un’altra cosa: che il destino sa essere crudele con due innamorati .
Chissà se quel pensiero non fosse legato al mio presentimento … e chissà, se te ne accorgesti di quel mio momento di smarrimento. La verità, era che sentivo la testa e il cuore in confusione. Avrei voluto che quella sera non fosse solo una parentesi, ma avrei voluto qualcosa di più … E soprattutto, che io e te fossimo il destino.
La sera stava giungendo alla conclusione, ma io non avevo voglia di lasciarti andare, di lasciare andare quelle emozioni così forti . E così, trovai una scusa dopo l’altra, per rubare ancora qualche istante con te. In cuor mio, non capivo cosa desiderassi realmente, quale intimo desiderio mi pervadesse l’anima . Sapevo solo che, a breve, questione di ore, sarebbe tornato tutto come sempre … e io non volevo. Avrei voluto che rimanesse tutto così: che la neve che stava cadendo, in quel momento, fermasse il tempo in una dimensione bianca e silenziosa, candida e innocente … dove ci fossimo solo noi … e mentre mi riaccompagnavi silenziosamente in camera non potei non pensare ad una bellissima poesia, una canzone d’amore, che avevo ascoltato prima di partire, per caso, alla radio:
“Our shadows stretch out on the pavement
As I walk in the twilight with you
If we could be together like this forever
Holding hands
It’s almost enough to make me cry
The wind grows colder
I can smell winter
Soon the season will come to this town
When I can get close to you
This moment
When the two of us cuddle up
To gaze at the first snow flower of the year
Is overflowing with happiness
It’s not dependence or weakness
I just love you
I thought so with all my heart
I feel like when I’m with you
I can overcome anything
I pray that these days
Will continue forever
The wind rattled the window
The night shakes you awake
I will change any sorrow
Into a smile
The snow flowers fell
Outside the window
Unceasing
And colored our town
I realized that love means
Wanting to do something
For someone else
If I should lose you
I’ll become a star and shine on you
I’ll be with you even on nights
When your smile is wet with tears
This moment
When the two of us cuddle up
To gaze at the first snow flower of the year
Is overflowing with happiness
It’s not dependence or weakness
I just want to be like this
With you forever
I can honestly think that now
The pure white snow flowers
Bury this town
Softly drawing memories in our hearts
Together forever with you” 3
L’ultimo giorno e la conclusione dei giochi invernali, mi misero una certa tristezza addosso … Ritornai improvvisamente con i piedi per terra e tornai ad essere quella di sempre . Nei giorni passati, avevi visto una persona diversa: più libera e spensierata del solito, ma era ora di tornare la me di sempre. A malincuore, ma dovevo affrontare il ritorno alla realtà. Forse te ne accorgesti di quel nuovo cambiamento e forse, per quello, mi dicesti che non dovevo essere triste perché era finita la nostra vacanza …
E poi … arrivò l’ora di partire. Di prendere quel aereo che non ci avrebbe riportato a casa, ma che ci avrebbe portato all’incontro con il nostro destino … e così, fu.
Tutto quello che successe dopo, vorrei rimuoverlo completamente dalla mia testa.
Paura, crudeltà, dolore, rabbia … tutto quello che vissi in quelle poche ore … Mi sembrò di viverle in modo esponenzialmente più intenso.
Ricordo come mi si gelò il sangue, quando mi dicesti che saresti andato a cercare soccorsi. La paura che mi pervase in quel momento. Non volevo che tu mi lasciassi lì da sola. Mi sentivo indifesa e spaventata, ma non potevo dirtelo. Mi avresti rimproverato e mi avresti ricordato che sono un cyborg, che non mi potevo permettere di lasciarmi andare a quelle emozioni. Quando ti vidi sparire, pensai che sarei potuta morire lì senza dirti mai, quanto ti amo …
Le ore passarono e a me sembrava di impazzire … volevo urlare e lo feci per la disperazione. Mi accorgo, solo ora, che non ero in me. Che mi ero lasciata completamente sopraffare dalla situazione. E che tutto quello che era accaduto dopo, probabilmente, era stato la conseguenza della mia debolezza.
E’ stato un attimo: ho visto la mia vita finire in quel istante. Con te, che cadevi a terra e non mi rispondevi . Ho visto il buio assoluto. Mi sembrò che la terra mi si aprisse sotto i piedi e che la sua oscurità mi divorasse. Le mie mani si erano sporcate del tuo sangue … perché? Perché era successo? Come avevo potuto farti questo? Proprio io, che avrei dato la mia vita per te. Che ti avrei voluto dare tutto quello che desideravi. Anche la luna, se me l’avessi chiesto . Proprio io, che avrei voluto cancellare dal tuo passato il dolore e la sofferenza che avevi vissuto. Come era potuto accadere? Come? Era ingiusto tutto ciò. Dopo che avevo dovuto rinunciare alla mia vita passata, alla danza e alla mia famiglia, non era possibile che il destino volesse che rinunciassi anche a te. No!Ma io, soprattutto, non volevo che il destino decidesse nuovamente per me! Non volevo e non potevo lasciare che le cose andassero così. Non ti avrei mai lasciato andare via da me . Ti avrei rincorso anche all’inferno. Non mi importava del resto. Volevo solo starti vicino. Ma io … ero riuscita a tradirti: il mio amore ti aveva tradito . Ciò che non avrei mai pensato che potesse accadere era successo . L’inferno non era nulla, davanti a quello che avevo visto e che avevo fatto. La mia anima di donna e la vita di cyborg si erano scontrate pesantemente. Un dolore infinito e indescrivibile . Non credo che esistano parole per descriverlo.
Tutto poi è corso così velocemente: non ho avuto neanche il tempo per rendermi conto che la mia anima si era spaccata in due e stava riversando lacrime di dolore. Che non aveva più un freno e che ti stava dicendo quello che non avrei mai voluto svelarti: il mio amore per te.
Non me ne rendevo conto che ti stavo confessando la parte più intima e profonda di donna. Il mio stato di guerriero cyborg era crollato totalmente. Di me era rimasto solo l’anima umana.
Non pensavi lontanamente quali fossero i miei sentimenti . Non li avevi mai capiti … o non li avevi mai voluti vedere. Ero stata così brava a nasconderli, che in certi momenti li nascondevo anche a me stessa. Ma la verità, prima o poi viene sempre a galla. E così è stato. La verità trova sempre la strada per uscire allo scoperto … a volte più semplicemente, altre volte più dolorosamente .
Ormai son passati alcuni giorni dall’incidente aereo e te ancora non stai completamente bene. La prima notte, dopo che il dottore intervenne sul tuo corpo, la passai accanto a te. Senza staccarmi dal tuo letto. Il dottore non voleva: diceva che ero troppo debole per accudirti. Ma non mi mossi neanche un istante. Ti sarei stata vicina finché non avessi riaperto gli occhi e non mi avessi detto che stavi meglio.
L’indomani, con le prime luci dell’alba, ti risvegliasti dall’intervento. Mi guardasti prima un poco smarrito e poi , ripreso coscienza di te e di dove ci trovassimo, mi dicesti che non dovevo più preoccuparmi e che da lì a pochi giorni, ti saresti ripreso completamente. Piangevo e non riuscivo a smettere. Volevo solo che tu stessi bene. Del resto, di quello che mi avresti potuto dire poi, non mi importava. Neanche se mi avessi biasimato per il mio comportamento e per i miei sentimenti. Bastava che ti riprendessi . Era tutto ciò che volevo in quel momento.
Prima di allontanarmi da te, per chiamare il dottore e dirgli che ti eri svegliato, mi sorridesti e mi sussurrasti che non mi avresti più lasciata sola d’ora in avanti …
Non mi ero accorta di quanto avessi scritto fino ad ora. La mia intenzione iniziale, era quella di darti questa lettera, appena ti fossi ripreso completamente, ma adesso … prima di concluderla , mi accorgo di non potertela consegnare. Ci sono cose, che è meglio che tu non sappia e che rimangano un segreto tra me e il mio cuore .
E’ già passato parecchio tempo, da quando ho iniziato a scrivere e senza accorgermi si è fatta l’ora che venga da te. E’ l’ora della tua medicazione. Ho chiesto al dottore di poterci pensare io. Ti medicherò e ti chiederò come ti senti oggi. E poi starò lì con te, a parlare dell’inverno che sta finendo e della primavera che sta arrivando. Del fatto che mi piacerebbe molto tornare a Ueno, quest’anno, per vedere la festa dei ciliegi in fiore!
E’ una festa molto particolare, come mi raccontasti te una volta, perché oltre a contemplare la fioritura, si onora sia la Natura sia l’albero di ciliegio come esempio della bellezza e di come la vita sia effimera … E proprio perché ho capito, quanto possa essere fuggevole la vita, che non rinuncerò a te … ai tuoi occhi così buoni, al tuo dolce sorriso … D’ora in poi, voglio guardarti negli occhi, senza più nascondermi o nascondere il mio amore. Non voglio più avere segreti per chi amo. Ma soprattutto voglio, che d’ora in poi, non sia più un’abitudine per me, vivere una vita senza te …
Right now, right here, I want to start with you…4
Kimi o ai shiteru , Joe …
Francoise
L’ispirazione può giungere da qualsiasi cosa:
una canzone, una foto, una poesia,
una chiacchierata …
La mia fonte di ispirazione in questo caso
è stata merito della musica
e di due care amiche.
Per le nostre lunghe serate a parlare,
a confidarci i nostri pensieri e le nostre opinioni,
per i vostri sorrisi e per le vostre parole di conforto,
per continuare a credere in me e nelle mie follie,
per tutto questo, vi dedico
questo mio lavoro …
A voi due, mie care amiche:
Paola e Nicoletta.
1 After School , 2011, Shampoo. Korea , Pledis Entertaiment.
2 Windstruck , 2004. Film. Diretto da Kwak Jae-yong. Korea: CJ Entertaiment.
3 Mika Nakashima , 2003, Yuki no Hana (Snow Flower). Japan , Sony.
4 After School , 2010, With U. Korea , Pledis Entertaiment.
© 18/06/ 2012
Cyborg 009 Fanfiction di www.cyborg009.it è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported
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